Altare della Reposizione

Pubblicato giorno 15 aprile 2022 - Archivio, Insieme si può

MANI IN PREGHIERA

Sull’Altare della  Reposizione ci sono tutte le nostre mani: mani che pregano, mani che sostengono, mani che accarezzano, mani che uniscono… mani di bambini, mani di ragazzi, mani di giovani, mani di adulti, mani di anziani.

 

Sono mani che raccontano di sé, a partire da quelle dei neonati fino a quelle degli anziani ultranovantenni.

Sono le mani dei fedeli della nostra Comunità Parrocchiale.

 

L’idea di don Antonino Di Maio di coinvolgere in questo modo  tutte le famiglie del paese è stata accolta con viva fede e con grande partecipazione e, difatti, ogni famiglia ha voluto esserci, presso quest’altare della Reposizione, con la sagoma di una mano di un suo componente e così l’Altare ora assume un significato ancora più forte: Gesù non è morto invano e noi gli stiamo accanto per ricordarlo.

Benché sagomate, le nostre mani stanno lì a rappresentarci e rappresentano anche quelle dei fedeli che non possono raggiungere la chiesa, quelle dei malati, quelle dei disagiati, quelle dei timidi e dei fragili.

L’originalità e la particolarità di quest’Altare si colgono solo se ci si ferma a riflettere, perché il messaggio che trasmette va oltre il suo tradizionale significato religioso.

 

Oggi, più che mai, noi cristiani, siamo chiamati a esserci, in un modo o in un altro; non dobbiamo nascondere la nostra fede e non dobbiamo negare la nostra amicizia e il nostro affetto  a Colui che ci ha amati per prima.

 

Oggi, più che mai, abbiamo bisogno di unirci, di amarci gli uni e gli altri, come ci ha amati Lui.

Solo così potremo sperare nella pace, ora attentata da una atroce guerra che sta causando sofferenza e morte.

Davanti a quest’Altare, ricordiamoci che il Signore Gesù ha offerto la sua vita per noi, per indicarci la via della salvezza.

Adesso non ci serve altro che percorrerla.

Anna Guarracino

(Animatore della Cultura e della Comunicazione)