Bellezza è… libertà… bontà… santità.

Pubblicato giorno 16 settembre 2019 - Archivio

(Estratto da: Lettera Pastorale di S.E. Mons. Salvatore Muratore Vescovo)

Catturati dalla bellezza

Cos’è che dà pienezza alla vita se non il fascino della bellezza che afferra in profondità una persona e la rende capace di gioia?

La bellezza seduce, la bellezza incanta, la bellezza attira, la bellezza è la molla di ogni scelta.

Fare appello alla bellezza può sicuramente aiutare nella ricerca della verità, della giustizia e dell’amore.

Che l’uomo sia assetato di bellezza è indiscutibile, ma di quale bellezza parliamo? Voglio subito sgomberare il campo da un possibile equivoco: qui parliamo della bellezza dell’essere e non dell’apparire.

Bellezza è ciò che eleva, ciò che suscita attrazione gioiosa, sorpresa gradita, dedizione fervida, innamoramento, entusiasmo; è ciò che l’amore scopre nella persona amata, quella persona che si intuisce come degna del dono di sé, per la quale si è pronti a uscire da se stessi e giocarsi con scioltezza.

La bellezza di cui si parla è quella che racconta di dono, di bontà, di armonia, di amore, che intrama tutte le cose e dà senso e pienezza alla vita: la bellezza degli uomini e delle cose che sono un riflesso della bellezza di Dio.

  • Agostino nella ricerca di Dio, catturato dalla bellezza della creazione interroga le cose, la terra, il mare e gli abissi, interroga i venti leggeri e tutta l’aria e il cielo, il sole, la luna, le stelle, il mondo intero, se mai fossero loro il Dio che cercava e tutte coralmente rispondono: non siamo noi Dio, è Lui che ci ha creati. In definitiva tutto rimanda a Dio e fa esclamare Agostino: “Tardi ti ho amato bellezza tanto antica e tanto nuova, tardi ti ho amato”

È la bellezza cui fa riferimento san Francesco nelle Lodi del Dio altissimo quando lo invoca dicendo: “Tu sei bellezza!”.

Ogni cosa porta l’impronta e la bellezza del suo Creatore. Se sarai capace di andare in profondità dentro le cose e sarai capace di stupirti, allora vivrai un’avventura meravigliosa.

Lo stupore è la molla della vita, vivono di stupore gli innamorati, di stupore si innervano le conquiste, le scoperte, le amicizie vere

Per Chiara Lubich la natura svela Dio, è sacramento del suo Creatore. “Attraverso lo splendore abbagliante della natura, risaliamo a colui che ne è l’autore: Dio, il Re dell’universo, il Signore delle galassie, l’Infinito. Egli è presente dovunque: è sotto lo scintillìo di un ruscello, nello schiudersi d’un fiore, in un’alba chiara, in un rosso tramonto, su una vetta nevosa”.

E tu a fermarti ogni volta con uno sguardo nuovo sull’inedito di Dio, perché ogni giorno riveste di nuova creazione tutta la vita. Impara a leggere nel sole e nella pioggia, nella notte e nella primavera, nella fatica e nel riposo, nel bimbo che nasce e nel cuore carico di tenerezza dell’anziano…

Impara a leggere il cuore di Dio che ti viene incontro e ti dice: anche tu sarai, anche tu sei una creazione nuova, se vuoi.

Dalla contemplazione delle cose create parte subito per il nostro tempo la questione ecologica. La terra è la nostra unica casa. Se vogliamo averla per viverla, usando le sue risorse, dobbiamo proteggerla, custodirla, amarla.

facciamoci custodi della natura. Proteggiamo l’aria che respiriamo e l’atmosfera da cui siamo avvolti, non contribuiamo ad immettere gas inquinanti, coltiviamo e rispettiamo il verde per quel bene prezioso dell’ossigeno che consente di vivere. Proteggiamo l’acqua, non facciamo dei mari e dei fiumi una pattumiera. Proteggiamo il suolo. Tutto il mondo vivente dipende direttamente o indirettamente dalla produzione vegetale. Viviamo in una interdipendenza cosmica e globale: o l’uomo si fa custode della natura o andiamo diritti verso la distruzione.

Per mantenere l’equilibrio delle relazioni nel creato forse bisognerà:

  • Imparare la spiritualità della creazione

  • Reimparare l’essenziale

  • Coniugare nuovi stili di vita nel segno della sobrietà

  • Promuovere nuovi orientamenti culturali

  • Entrare nell’ottica della comunione

  • Fare una nuova ed eterna alleanza tra uomo e ambiente

  • Lavorare per una società sostenibile vivendo l’etica della solidarietà.

La bellezza prima di essere esteriore è una qualità interiore ed anche una conquista dell’anima. La bellezza è una vocazione. È sempre bella la persona che sa amare, donare, accogliere, sorridere, entrare in relazione profonda. E sappiamo bene che la relazione diventa bellezza quando si fa dono. È vero che c’è una bellezza che non risplende e manifesta il vuoto, ma è altrettanto vero non c’è vita vera, umana e affettiva, spirituale e relazionale senza il fascino della bellezza.

Certamente la vera bellezza è negata dovunque il male sembra trionfare, dovunque la violenza e l’odio prendono il posto dell’amore e la sopraffazione quello della giustizia. Ma la vera bellezza è negata anche dove non c’è più gioia, specialmente là dove il cuore dei credenti sembra essersi arreso all’evidenza del male, dove manca l’entusiasmo della vita di fede e non si irradia più il fervore di chi crede e segue il Signore della storia.

La bellezza della vita non la troverai nello sballo, né nell’asservimento degli altri, né nella dipendenza dai modelli imposti dalle mode o dal gruppo, né nel vuoto di giorni senza senso.

La bellezza è vera libertà!

Libertà vera è riconoscere che tu sei uomo in relazione: in relazione con Dio, con il cosmo, con gli altri. L’armonia che saprai realizzare con Dio, con il cosmo e con gli altri ti darà la misura della tua libertà, perché in questa armonia troverai le cose che contano, i valori più veri per cui spendersi e giocare la vita. E allora la vita sarà bella. Nell’armonia con Dio scoprirai che tutto ha un senso: il nascere e il morire, la gioia e la fatica, il donare e il perdonare, lo stupore e l’incanto, il presente e l’eternità. Nell’armonia con il cosmo ti sentirai parte di un insieme stupendo dove ogni cosa ha un posto, un legame, un finalismo d’amore. Nell’armonia con gli altri imparerai il valore assoluto della dignità della persona, il rispetto dell’altro senza schiavizzarlo, l’amore come reciprocità e dono, l’importanza delle regole per una convivenza civile, la legalità, la responsabilità condivisa per una società migliore. Una libertà vissuta così sarà bellezza del cuore, gioia di vita e ricchezza dell’umanità.

La bellezza del creato è espressione della tenerezza di Dio per gli uomini

Già Dante nell’Inferno aveva ammonito: “Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza”. Siamo fatti per mettere le ali alla vita, per volare alto, per camminare a testa alta dentro la storia. Conosciamo la nostra vera origine, siamo fatti ad immagine di Dio, fatti per la bellezza, per la bontà, per progetti di amore carichi di dono e di limpidezza.

Non c’è bellezza senza bontà, come hanno dimostrato i santi.

Bontà e bellezza si intrecciano e si abbracciano come due amanti.

Un saggio diceva: Per avere labbra attraenti incomincia a pronunciare parole gentili, per avere uno sguardo amorevole cerca il lato buono delle persone, per avere capelli bellissimi lascia che un bimbo li attraversi con le proprie dita una volta al giorno, per avere relazioni che si incidono nella tua vita intramale di altruismo e di amore, per avere un mondo migliore lascia la tua impronta di bontà in ogni cosa che fai.

I Santi sono uomini e donne che hanno fatto della bellezza lo scopo della loro vita. Hanno vissuto l’ordinario in maniera straordinaria trovando la bellezza in Dio e di riflesso in tutte le situazioni della vita. Francesco d’Assisi si è fatto cantore appassionato della bellezza del creato, Filippo Neri ha contagiato ai suoi ragazzi la gioia, Felice da Nicosia ha detto a tutti che è possibile la via della santità facendo tutto “per l’amor di Dio”, Giovanni Bosco ha trovato Dio servendo la gioventù, Domenico Savio ci ha raccontato che la santità “per noi consiste nel non fare peccati e stare sempre allegri”, Teresa del Bambino Gesù ha affermato nella sua breve vita che ciò che veramente conta è “vivere d’amore”, don Carlo Gnocchi ha scoperto il volto bello di Gesù riversando amore sui suoi “mutilatini”, Madre Teresa di Calcutta contemplava il volto di Dio mentre accarezzava con tenerezza i suoi poveri e i morenti, Giovanni Paolo II ha gridato al mondo che bisogna spalancare le porte a Cristo per imparare la Catturati dalla bellezza 50 via della vita e della pienezza, Padre Pino Puglisi ha trovato la via della bellezza nello spendersi con generosità, fino a dare la vita, per i suoi ragazzi di Brancaccio, Chiara Lubich ha fatto innamorare tante persone contagiando la bellezza della vocazione all’unità e all’amore vicendevole, don Giussani “era toccato, anzi ferito dal desiderio della bellezza, non si contentava di una bellezza qualunque […], cercava la Bellezza stessa, la Bellezza infinita”61. Uomini e donne che hanno scoperto la bellezza sulla via della santità. Dunque, il Vangelo accolto, vissuto e incarnato diventa, per chi lo pratica, la via della bellezza e della felicità.

La bellezza è arte

La parola iniziale della storia e del mondo si chiama bellezza e tutte le cose che vi fanno parte parlano l’alfabeto della bellezza. È la bellezza di cui ha scritto Giovanni Paolo II nella Lettera agli artisti affermando: “Nel rilevare che quanto aveva creato era cosa buona, Dio vide anche che era cosa bella… La bellezza è in un certo senso l’espressione visibile del bene, come il bene è la condizione metafisica della bellezza”

Se bella è la luce, se lo statuto di ogni essere vivente è di essere bello, se intensa bellezza è già sull’uomo e sulla donna fatti a sua immagine e somiglianza, quale sarà la bellezza di colui che ne è la fonte?68. Dio è bellezza, bisogna riempirsi di lui, del suo splendore e della sua gloria per ritornare all’incanto degli inizi dove Dio è incantato. Bisognerà conquistare lo sguardo del Primo Artista e stampare nel nostro cuore il suo stupore, allora l’universo cesserà di apparire come un semplice dato di fatto; si rivelerà come un dono da accogliere, da celebrare, da godere. A questa divina meraviglia possiamo ancora tutti accedere nei giorni bui, nei giorni del disincanto, quando troppe ombre invecchiano il cuore. Di questa divina meraviglia si rendono partecipi artisti, pittori, musicisti, poeti. “Nell’arte vera c’è quasi una specie di incarnazione di Dio nel mondo, di cui la bellezza è il segno. Il bello è la prova sperimentale che l’incarnazione è possibile”.

Giovanni Paolo II lo ha affermato: “Quando scorriamo certe stupende pagine di letteratura e di filosofia o gustiamo ammirati qualche capolavoro d’arte o ascoltiamo brani di musica che hanno del sublime, ci è spontaneo riconoscere in queste manifestazioni del genio umano un qualche luminoso riflesso dello Spirito di Dio”70.

L’opera d’arte è fessura, spiraglio attraverso cui filtra l’infinito, attraverso cui intravedi un mondo più grande, più profondo, più bello perché lo vedi con il cuore. L’arte inevitabilmente conduce all’estasi e allo stupore.

Piace la definizione che Giovanni Paolo II dà degli artisti quando li chiama “geniali costruttori di bellezza” e l’accostamento che fa tra l’artista e lo Spirito Santo: “Il divino soffio dello Spirito creatore si incontra con il genio dell’uomo e ne stimola la capacità creativa. Lo raggiunge con una sorta di illuminazione interiore che unisce insieme l’indicazione del bene e del bello e risveglia in lui le energie della mente e del cuore rendendolo atto a concepire l’idea e a darle forma nell’opera d’arte. Si parla allora giustamente, se pure analogicamente, di ‘momenti di grazia’, perché l’essere umano ha la possibilità di fare una qualche esperienza dell’Assoluto che lo trascende”.

L’arte eleva, perché porta in alto, verso l’oltre, in quel cielo da cui è discesa. Ci mette in contatto con l’assoluto.