Mesa di Maggio: Un cuore aperto al mondo intero (Fratelli tutti, cap- IV)

Pubblicato giorno 15 maggio 2021 - Archivio, Insieme si può, Riflessioni

Un cuore aperto al mondo intero

Leggendo l’enciclica del papà: fratelli tutti ho pensato di soffermarmi sulla questione dell’immigrazione di cui il papà ci parla nel capitolo quarto: un cuore aperto al mondo intero.

Credo sia importante soffermarsi su quattro azioni principali: accogliere, proteggere, promuovere e integrare.

Accogliere significa riuscire ad apprezzare e amare ogni persona al di là della vicinanza fisica, dal luogo da cui proviene, dal colore della pelle o da una cultura diversa dalla nostra. Ma bisogna anche aiutare queste persone ad integrarsi nella nostra società e nella nostra cultura senza sminuire la loro. Il papà nell’enciclica ci parla di come in Argentina la forte immigrazione italiana abbia segnato la cultura della società. Questo è avvenuto in quanto c’è stato da parte dell’immigrato la volontà di voler far parte di una nuova cultura, di una nuova società con rispetto e voglia di integrarsi, ma allo stesso tempo ciò è stato possibile perché è stato accolto di cuore permettendogli di essere se stesso e dandogli la possibilità di un nuovo sviluppo. Quindi possiamo affermare che l’arrivo di persone che provengono da un contesto vitale e culturale differente, si trasforma in un dono, perché quelle dei migranti sono anche storie di incontro tra persone e tra culture che danno alla comunità in cui arrivano un’ opportunità di arricchimento e di sviluppo umano integrale di tutti.

Il Papa chiede in modo particolare ai giovani di non cadere nelle reti di coloro che vogliono metterli contro altri giovani che arrivano nei loro paesi.

Per quanto riguarda la povertà, il degrado, la sofferenza di una zona della terra sono un tacito terreno di coltura di problemi che alla fine toccheranno tutto il pianeta. Abbiamo quindi bisogno che un ordinamento mondiale giuridico, politico ed economico, incrementi e orienti la collaborazione internazionale verso lo sviluppo solidale di tutti i popoli. Questo alla fine andrà a vantaggio di tutto il pianeta. Ma tutto ciò non va ridotto a una qualche forma di utilitarismo, esiste la gratuità, non tutto ciò che facciamo deve essere fatto per ricevere qualcosa in cambio, ma donarsi agli altri come autentica condivisione e reciprocità.

Il contesto storico in cui ci troviamo ci dimostra e ci sta facendo apprezzare come il donarsi gratuitamente agli altri serve proprio per sostenerci in questo particolare momento di difficoltà. Guardiamo ad esempio gli operatori sociosanitari che durante questa pandemia hanno dedicato tutto il loro tempo abbandonando anche le proprie famiglie per aiutare i tanti malati che ogni giorno avevano bisogno delle loro cure, non solo cure mediche ma tante volte si sono sostituiti all’affetto dei loro parenti.

Vorrei concludere riportando la frase scritta dietro la copertina del libro, che secondo me racchiude tutto il suo significato: “ Sogniamo come un’unica umanità, come viandanti fatti della stessa carne umana, come figli di questa stessa terra che ospita tutti noi, ciascuno con la ricchezza della sua fede o delle sue convinzioni, ciascuno con la propria voce, tutti fratelli!”.

Sabrina Terminiello