Pastorale familiare: la sintesi del percorso di quest’anno in 7 paroline.

Pubblicato giorno 18 giugno 2019 - Archivio, Pastorale Familiare

 

Il percorso della Pastorale familiare di quest’anno è stato veramente coinvolgente e il bello è che può sintetizzarsi in sette paroline che sono nei primi due capitoli della genesi e, pertanto, sono Parola di Dio.

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Nella traduzione dall’ebraico queste paroline hanno mille bellissime sfumature ed è bello come, partendo dalla coppia, siano appunto declinabili in ogni contesto e relazione affinché si creino le condizioni del Progetto originario del creatore che ci vuole tutticomplici e corresponsabili nel bene“, ognuno nel rispetto delle proprie diverse potenzialità e talenti.

In sintesi il loro significato:

SELEM DEMUT: L’uomo è il capolavoro di Dio, creato a “sua immagine e somiglianza”, con le potenzialità e la capacità di amare, come il Padre ci ama, in modo tenere e misericordioso.

ZAKAR E NEQEBA: “Maschio e femmina li creò “…  la nostra diversità fisica e sessuale sono manifestazione della complementarietà e reciprocità proprio della coppia. A questa diversità  Dio affida il compito di essere feconda, in primo luogo generando figli. In secondo luogo, il connubio dell’ “essere per”, atteggiamento protettivo, tipico del maschile e l'”essere con”, atteggiamento accogliente, caratteristica femminile, sono manifestazione della nostra vocazione alla comunione delle persone. La nostra sponsalità ci rende cosí responsabili degli altri. Noi siamo stati creati per generare relazioni, affettive, di amicizia,di sostegno, ma non certo per la solitudine!

EZER: I coniugi sono alleati, aiuto e sostegno l’uno per l’altro! Le nostre diversità non sono limiti o ostacoli, ma opportunità che ci permettono di scoprire nuove prospettive e caratteristiche che ci faranno crescere e maturare nella nostra dimensione relazionale.

ISH E ISSHA: È il canto di giubilo di Adam che riconosce Eva come “CARNE DELLA SUA CARNE”, la meraviglia di scoprirsi SPOSO E SPOSA,dono fedele di se per altro, ma anche AMICO confidente e AMICA sincera, FRATELLO che mi sostiene e tenera SORELLA, AMANTE appassionato.

KENEGDO: I coniugi devono imparare a stare “L’uno di fronte all’altro” guardandosi negli occhi. Ciò significa che il confronto deve essere intimo e basto sul racconto personale e costruttivo dell’ “Io mi sono sentito…”, evitando il “TU accusatore”, che distrugge.

TOB: Bello e buono è così che Dio definisce l’uomo il suo capolavoro bello perché in lui ha radicato le capacità  per percepire il senso delle cose e la responsabilità di essere custode e della verità,diventando in questa dimensione Buono se mette le sue belle qualità a servizio del prossimo che incontra.

AZAB: “Lascerà suo padre e sua madre”! La sponsalità richiede la responsabilità di lasciare la “famiglia di origine e i modelli comportamentali ad essa legati, per poter diventare, insieme al proprio coniuge, “una nuova carne sola”e formare una nuova famiglia. Ma crescere e diventare responsabili in questo distacco significa anche essere consapevoli che un domani saranno i nostri figli ad abbandonare il nido e noi dovremo essere capaci di sostenerli e lasciarli liberi.

                                   Teresa Ponticorvo

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