
In cammino con Francesco,
maestro di fraternità.
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L’itinerario spirituale
Il percorso fatto ad Assisi in questi tre giorni è stato significativo per tutti noi che abbiamo partecipato con fede. Eravamo una cinquantina e tutto il gruppo, benché composto da persone di età diversa, bambini compresi, si è mostrato da subito coeso e motivato, ed è stato solidale e unito per tutto il pellegrinaggio.
Poi il raccontarci, nei momenti di viaggio e di sosta, ci è servito ad affiatarci di più.
Guidati sapientemente da don Antonino De Maio, abbiamo visitato i luoghi sacri vissuti da San Francesco e da Santa Chiara.
Ovunque andavamo, respiravamo spiritualità e pace.
Camminando per le strade di Assisi, sulle orme di questi santi, abbiamo meditato sugli accadimenti storici e religiosi del passato per trarne insegnamento e “saziarci” alla fonte francescana e così il percorso è stato per tutti appagante, emozionante e coinvolgente, e tutti ne abbiamo tratto giovamento.
Siamo partiti di buon mattino, sabato 18
febbraio, e, arrivati a destinazione e sistematici in albergo, ci siamo subito diretti all’Eremo delle Carceri sul monte Subasio, dove San Francesco, insieme ad alcuni suoi compagni, si ritirava per contemplare la natura e per meditare il Vangelo.
Ci ha subito col
pito la semplicità, il silenzio, la solitudine e la povertà del posto: aspetti questi ancora più evidenti all’interno della struttura osservando il refettorio, il dormitorio e l’oratorio.
Scendendo per scale, strette e ripide, scavate nella roccia, siamo arrivati alla grotta di San Francesco dove egli si recava a pregare e a riposare: qui ci ha colpito la roccia rude su cui dormiva, ben diversa dai nostri comodi letti.
All’uscita abbiamo ammirato l’albero, ancora vegeto, su cui si posavano gli uccelli per ascoltare le prediche del Santo.
Abbiamo proseguito per raggiungere, in mezzo al bosco, le zone dove stavano le altre grotte dei compagni di Francesco ovvero quelle di Frate Leone e Frate Silvestro, di Frate Masseo e di Frate Rufino.
Non le abbiamo visitate tutte, ma abbiamo sostato in una zona di meditazione, con cappella e altare, per una breve riflessione e per una sentita preghiera con canti collettivi di ispirazione francescana.
Terminata la visita, ci siamo diretti al Santuario di San Damiano per recitare i vespri con i monaci.
Suggestiva era l’atmosfera che si respirava nella antica cappella, dove erano riuniti in silenzio i frati per la preghiera: ci siamo uniti a loro e abbiamo partecipato al canto dei Salmi.
Fu qui che San Francesco udì la voce del Crocifisso che gli disse: “Va’ Francesco, ripara la mia casa che, come vedi, minaccia rovina”; fu qui che il Santo profetizzò l’arrivo delle clarisse allorquando disse: “Venite ad aiutarmi nei lavori del monastero di San Damiano, dove giungeranno alcune donne, dalla cui famosa e santa vita sarà glorificato il nostro Padre celeste in tutta la Chiesa santa”; fu qui che venne a vivere Santa Chiara con le sorelle clarisse; fu qui che San Francesco compose il Cantico delle Creature e qui fu portato la sua salma perché Santa Chiara e le sue compagne potessero venerare le sue stimmate; fu qui che morì Santa Chiara.
Al sol pensiero di questi grandi eventi religiosi c’era da rabbrividire: stavamo su un suolo sacro, caro ai francescani e alle clarisse.
Dopo la preghiera, siamo tornati in albergo per la cena e, non appena terminata, siamo andati a Santa Maria degli Angeli per recitare il Rosario con i francescani e per visitare il Santuario della Porziuncola dove San Francesco ottenne dalla misericordia di Dio il “Perdono d’Assisi” ovvero le indulgenze per il perdono dei nostri peccati.
Il ritiro in albergo per la notte ha concluso il nostro primo giorno di pellegrinaggio ad Assisi.
Fervido e movimentato è stato anche il secondo giorno destinato alla visita della parte alta della città.
Dopo colazione, abbiamo raggiunto la Basilica di Santa Chiara e qui don Tonino ci ha riuniti per parlarci della sacralità del luogo che ha custodito le spoglie di San Francesco, prima della traslazione nella attuale Basilica di San Francesco, e quelle di Santa Chiara nonché per incaricarci dei compiti da espletare per favorire un concomitante viaggio interiore in modo da arricchirci spiritualmente e non vivere l’esperienza come da meri turisti.
All’interno della Basilica abbiamo visto, ancora intatto, il corpo della Santa custodito in un’urna di cristallo e in una vetrina abbiamo potuto ammirare gli arredi del tempo usati dalla Santa come la sua tonaca, ma anche i suoi capelli che conservano tuttora il loro colore naturale.
Nella stessa Basilica, oltre al corpo di Santa Chiara, sono custoditi anche i corpi della madre, Ortolana, e della sorella, Agnese, che condivisero con lei la vita di clausura.
Usciti da questo luogo sacro, abbiamo raggiunto la duplice Basilica dedicata al Santo: quella Superiore e quella Inferiore che custodisce la tomba di San Francesco e dei suoi primi fedelissimi compagni ovvero Frate Leone, Frate Masseo, Frate Rufino e Frate Angelo.
Senza soffermarci sugli aspetti architettonici della struttura e sulla ricchezza artistica delle opere pittoriche presenti che sono di una bellezza rara, basti pensare agli affreschi di Giotto e di Cimabue (solo per citarne alcuni) che rappresentano i momenti salienti della vita di San Francesco, qui si respira soprattutto pace, santità e spiritualità e si incontra l’essenza della fede di San Francesco: tutto parla di lui e del suo amore per Gesù, per il Vangelo e per il Creato.
All’ora di pranzo (a sacco stavolta) ci siamo tutti riuniti nello spazio davanti alla Basilica Inferiore e, sedutici sulle panchine, l’abbiamo consumato chiacchierando tra di noi.
Di lì ci siamo recati, sempre seguendo don Tonino, l’organizzatore dell’itinerario religioso, alla Chiesa Nuova (Santuario di Santa Maria Maggiore detto anche della Spogliazione) situata accanto all’ abitazione natale e ai luoghi vissuti da San Francesco, dalla nascita alla giovinezza, e dove lui, ripudiando lo stile precedente di vita, si spogliò delle sue vesti per ricevere dal vescovo Guido l’approvazione della chiesa: una semplice tunica per dichiararsi “Innamorato di Cristo”, mentre i suoi compaesani lo definivano “pazzo”, perché da “re delle feste” era diventato umile “servo del vero Re”, vale a dire di Gesù Cristo.
A sorpresa in questa chiesa abbiamo trovato anche le spoglie del giovane beato Carlo Acutis, qui esposte, da alcuni anni, alla venerazione dei fedeli.
Da qui ci siamo spostati nella parte sottostante la Chiesa che conserva intatti i luoghi della casa natale di San Francesco e in particolare il sottoscala dove Pietro Bernardone, padre del Santo, lo rinchiuse per indirizzarlo al suo volere: fu la madre a liberarlo dalle catene e a lasciarlo seguire la sua vocazione.
Abbiamo vissuto in questo luogo un momento di raccoglimento, di meditazione e di preghiera terminato con canto collettivo per poi avviarci di nuovo alla Chiesa di San Damiano e questa volta per visitarne gli interni.
L’abbiamo raggiunta a piedi, dopo una lunga e faticosa camminata.
Qui è vissuta, per oltre quarant’anni, Santa Chiara che, come San Francesco, fece voto di osservanza della Regola, di castità e di povertà, simboleggiati nell’iconografia della Santa con un libro, un giglio e una croce.
Ci ha colpito la severità di questo luogo di clausura dove le monache vivevano in completa autosufficienza lavorando, pregando e condividendo ogni cosa: gli ambienti, piccoli e ristretti, ricordano tuttora la semplicità e la povertà praticate dalle suore.
In particolare ci ha colpito il dormitorio dove la Santa, gravemente ammalata, nel Natale del 1252, poté assistere alle liturgie che si svolgevano nella Chiesa di San Francesco attraverso delle miracolose visioni e per questo
è stata proclamata poi “Patrona della televisione”.
Qui, dopo pochi mesi, morì: era l’11 agosto del 1253.
Don Tonino ci ha poi raccontato altri episodi importanti della vita della Santa come l’esposizione dalla finestra del Chiostro dell’Ostensorio durante l’assalto dei Saraceni, gli incontri con San Francesco e alcuni suoi miracoli compiuti in vita.
Intanto si è fatto tardi e siamo tornati in albergo per la cena e per la celebrazione della Messa nella cappella dell’hotel.
La Santa Messa, celebrata da don Antonino, è stata molto partecipata e seguita con attenzione, nonostante la stanchezza del giorno appena trascorso.
Al mattino seguente, dopo la colazione, ci siamo soffermati a preparare i bagagli per la partenza nel primo del pomeriggio.
Ancora con pranzo a sacco, ci siamo recati di nuovo alla Basilica di San Francesco ma stavolta non per visitarla ma per pregare e meditare nella cripta dov’è custodito il suo corpo. Ci siamo trattenuti per un paio d’ore in questo luogo sacro .
Dopo aver consumato il pranzo, ci siamo avviati tutti verso l’Abbazia di San Pietro:
questa Chiesa, tutta in stile romanico, circondata dal verde, si erge maestosa all’interno della cinta muraria di Assisi, poco lontano dalla zona del parcheggio dei bus.
Dalla terrazza antistante alla chiesa si può ammirare tutta la vecchia città di Assisi con i suoi edifici e le estese pianure verdi, con le sue torri antiche e con le famose chiese, che l’hanno resa centro religioso mondiale di spiritualità francescana e di accoglienza, oasi di pace e di serenità.
Alle 15.00 eravamo tutti raccolti al punto d’incontro, presso il parcheggio, pronti alla ripartenza.
Anna Guarracino
(Animatore della Cultura e della Comunicazione)
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Le riflessioni dei pellegrini
Buongiorno e sereno martedì di carnevale a tutti noi.
Vi rubo solo qualche secondo: stamattina svegliandomi e affacciandomi dalla finestra, bevendo il mio caffè, ho pensato alle emozioni donatemi in questi giorni, e pertanto mi sento di ringraziare Germana e Maria per aver organizzato questi giorni ad Assisi permettendomi di ritornare cosi in uno dei posti che amo di più, dove mi sento a casa, dove sento Dio, attraverso la vita e i posti San Francesco, più vicino.
Sono grata al fraticello che mi ha chiesto di recitare una decina davanti alla Madonna e alla Porziuncola, alle emozioni provate, davanti al beato Carlo Acutis, e durante la celebrazione della santa messa in albergo.
Ho vissuto giorni belli, anche se magari scocciato con le domande, su cosa facciamo, le mie allergie, ma con una parola, una battuta, un sorriso; ho interagito con tutti voi; ho ricevuto in questi giorni, emozioni belle che custodirò con cura, non nei ricordi solo, ma portandole nella quotidianità, e nuovi amici, accanto di posto, nel bus.
Grazie don Tonino, a tutti voi, mi è doveroso ringraziare Lalla, Giusy e la mia cara Nunzia.
Spero di vedervi presto, magari per una pizza o chissà magari per un’altra occasione insieme.
Grata, vi abbraccio💞 (Nietta)
Grazie di cuore a Germana e Maria, con Don Tonino, per questa splendida esperienza ad Assisi che mi mancava da anni: un posto a me molto caro e dove ho ritrovato persone che avevo perso di vista come Pasquale Ercolano e la sua dolcissima moglie Nunzia Angelica ed Alfonso …
Grazie alle mie compagne di viaggio Nietta e Giusy (Lalla)
